L’isola di Pianosa si trova nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano ed è quella più vicina all’Isola d’Elba. Pianosa lega il suo nome alla caratteristica principale del suo territorio, quasi totalmente pianeggiante con un altezza massima di 29 metri sul livello del mare.
Pianosa ha rovine romane e un’interessante avifauna (alcuni introdotti quando questa era una riserva di caccia del Granduca di Toscana).
Dal 1856 fino al 1968, Pianosa è stata una colonia penale, dal 1968 al 1997 carcere di massima sicurezza fino alla chiusura definitiva del penitenziario avvenuta nel 2011; negli anni ‘30 vi fu imprigionato anche il futuro Presidente della Repubblica Sandro Pertini.
La presenza del carcere ha tenuto lontano il turismo e l’isola è rimasta intatta per 150 anni.
Dalla chiusura del carcere, Pianosa fa parte del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e la visita è riservata a visite guidate di massimo 100 persone al giorno, la maggior parte delle quali in giornata dall’Elba.
Non si può pernottare a Pianosa, e c’è solo un bar/ristorante (a Cala Giovanna), ma rappresenta una bella gita di un giorno dall’Elba (si può arrivare anche dal porto di Piombino, anche se tutti i traghetti da Piombino a Pianosa sostano all’Elba lungo il percorso).
Come i prigionieri di un tempo, non sarai libero di vagare per Pianosa da solo. Il parco nazionale limita il numero di visitatori giornalieri a 100, i quali devono essere tutti accompagnati da guide autorizzate del parco.
La prima cosa che vedrai all’arrivo è il porto di Pianosa, dove sarai accolto da una pittoresca collezione di edifici del XIX secolo nei loro manti pastello stagionati. In città, le principali attrazioni sono il dominante Forte Teglia (eretto da Napoleone), le strutture carcerarie desolate, chiuse da poco, e la fitta rete di catacombe romane risalenti al IV secolo d.C. Catacombe cristiane, le più grandi a nord di Roma.
Al centro dell’isola si trovano le estese rovine di una villa romana attribuita ad Agrippa, che qui fu esiliato nel I secolo d.C.
Sulla costa occidentale di Pianosa, Cala della Botte ospita una grotta unica chiamata Lavanderia Vecchia, che possiede una sorgente d’acqua dolce sfruttata anche dagli antichi romani.
L’isola di Pianosa è coperta dalla tipica macchia mediterranea: ginepro, rosmarino, lentisco, cisco e spazzaforno, un arbursto resistente e tipico delle coste rocciose toscane e liguri.
Napoleone piantò a Pianosa 1.000 olivi, 300 dei quali ancora vivi e ben radicati nel terreno.
La fauna è costituita da piccoli mammiferi e uccelli marini che nidificano sull’isola; tra questi il falco pellegrino, la berta e il raro gabbiano corso. A largo di Pianosa è possibile avvistare anche i delfini mentre è sempre più difficile incontrare la tartaruga marina Carretta Carretta o la foca monaca.
Dal 2013 a Pianosa è possibile fare immersioni nei fondali poco profondi e ricchi di pesci e posidonie. L’attività però è contingentata e consentita solo sotto la sorveglianza di personale accreditato.